Francesco Gabbani – Viceversa

A distanza di tre anni da “Magellano” e reduce dall’ottimo risultato ottenuto al Festival di Sanremo 2020 con il brano ‘Viceversa’, che gli è valso il podio, FRANCESCO GABBANI è pronto a lanciare il suo il quarto album in studio “Viceversa”,

Un inno alla condivisione e all’abbandono dell’individualismo. E’ questo il filo conduttore che Francesco Gabbani ha cucito addosso al suo nuovo progetto, che rappresenta il tentativo di interpretare il complesso rapporto tra l’individuo e la collettività, perno fondamentale nell’esistenza di ognuno di noi.

A differenza del precedente album “Magellano”, che affondava le radici nel concetto del viaggio, in “VICEVERSA” l’artista preferisce lasciare ampio spazio all’interpretazione soggettiva di chi ascolta. Ogni brano diventa così l’occasione per mettersi in discussione e decifrare il proprio equilibrio all’interno della società: “Chi sono io? Come mi vedono gli altri?”.

Ecco quindi che questi interrogativi diventano un percorso, ma non certo a senso unico, bensì di andata e di ritorno: un’osservazione che prima è interiore, poi si rivolge verso la collettività. O viceversa.

L’album va pari passo con i miei cambiamenti, con quello che mi ha interessato dopo il successo di Occidentali’s Karma.

Il disco si apre con un dialogo immaginario tra Francesco e Albert Einstein, padre della teoria della relatività, che invita a tener sempre presente un presupposto fondamentale: tutto è relativo.

Si prosegue poi con tuffo nella disco-music per fare incursione nel mondo dell’etica puntando il dito sugli eccessi dell’individualismo, in un mondo dove tutti appartengono apparentemente ad una grande famiglia connessa, ma dove tutti si detestano almeno un po’. Ecco quindi che ci si incontra e ci si scontra, tra chi ruba e chi prova a fregarti in perfetto Italian-style. Un antidoto, però, c’è: il sudore, che si trasforma in un collante, che ci appiccica nella fatica e nella difficoltà, così come nel divertimento; trasformandosi, infine, nel siero della condivisione collettiva.

Cinesi è il titolo della 4° traccia, un titolo che non è esplicativo del significato della canzone, ma rappresenta giusto l’istantanea di uno dei vari concetti raccontati a chi ascolta. Fondamentalmente la canzone non dà una risposta, ma pone una domanda: ma che fretta c’è? Ed è un quesito riflessivo e l’artista se lo pone durante l’ideale viaggio quotidiano assieme a qualcuno d’importante, come un compagno, un amico o un familiare. Si rincorre così un caleidoscopio di idee, come le mode che vanno e vengono o come le ideologie sorpassate, che tornano moderne. Il tutto avviene in modo frenetico, dove l’assaggiare la portata successiva diventa ossessivamente più importante che gustare ciò che abbiamo già nel piatto. Se anche lo splendore di un fiore è destinato ad appassire, forse varrebbe davvero la pena di rallentare ed imparare ad assaporare l’attimo attuale, prima che diventi un ricordo.

Quanto era importante la condivisione per Adamo, che arrivò perfino a dare una costola per creare Eva? Con un coinvolgente ritmo dal sapore latino, il cantautore racconta gli equilibri necessari a portare avanti un rapporto di coppia, pur tra illuminazioni e lati oscuri. Nell’intercapedine che c’è tra il detto e il mai confessato, tra la concessione e il compromesso, proliferano sentimento e complicità, che diventano la linfa vitale di un rapporto capace di andare al di là del tempo e dello spazio. Quando si ottiene questa preziosa alchimia, allora è “Shambola”, che in questo caso rappresenta un’esternazione gioiosa di successo (tipo “Eureka”, “Urrà”, o simili…).

I brani che seguono sono 2 pezzi che abbiamo imparato a conoscere nei mesi precedenti, parliamo di

E’ un’altra cosa e Duemiladiciannove il primo è stato uno dei brani che ci ha tenuto compagnia durante l’estate l’altro ha colpito con per le modalità con le quali è stato “Lanciato”, tramite una catena di S.Antonio su Whatsapp

Bomba pacifista e’ una canzone “visionaria”, che già nel titolo si presenta come un ossimoro. Suggerisce che la vera rivoluzione del singolo e della società potrebbe essere quella di trasformare quelle caratteristiche che tendenzialmente consideriamo delle debolezze, in punti di forza. Ecco quindi che la compassione, la gentilezza, la tolleranza, la comprensione, la timidezza o la tenerezza possono diventare scintille (o vere e proprie armi pacifiste) da condividere con gli altri come un’offerta, per porsi per ciò che si è, ma soprattutto per contrastare il cinismo del mondo individualista. Senza né filtri, né timori.

L’album si chiude con Cancellami brano in cui si racconta la fine di un amore con un imperativo: “Cancellami”. Ma a dispetto di ciò che sembra apparentemente, quell’ordine è la richiesta di essere cancellato dalla vita del partner, non per voler essere dimenticato, bensì per evitare che i ricordi possano diventare una dolorosa zavorra con cui convivere. E’ quindi un estremo atto di condivisione e di generosità, che celebra così la ricchezza che ogni storia d’amore può comunque lasciare: l’importanza di essere vissuta fino in fondo.

Francesco Gabbani ci è riuscito un’altra volta, Viceversa è un album maturo destinato a proseguire la via del successo che l’artista ha intrapreso con i precedenti lavori, il bilanciamento tra testi profondi e spensieratezza è pressoché perfetto e l’ascolto non può far altro che giovarne.

F.G.

«Ho dato il mio amore al pubblico e Viceversa»

Francesco Gabbani