Diodato – Che vita meravigliosa.

“CHE VITA MERAVIGLIOSA” è il nuovo album di DIODATO, vincitore del 70° Festival di Sanremo con il brano “Fai Rumore”.  Fotografia realista di un vissuto fatto di passioni e fragilità, amori, solitudini, cadute e rinascite, il nuovo lavoro del cantautore si contraddistingue anche per uno sguardo attento alla società, ai rapporti tra esseri umani, alle barriere invisibili che caratterizzano il nostro tempo.

Un successo senza precedenti quello di Diodato. Oltre al primo posto sul podio del Festival, in un’edizione che ha registrato un record di ascolti senza pari negli ultimi 18 anni, il cantautore ha ricevuto anche il Premio della Critica  “Mia Martini”, il Premio della Sala Stampa Radio, Tv e Web “Lucio Dalla” e il Premio Lunezia per il valore musical-letterario di “Fai Rumore” ed è pronto a tornare,  a due anni di distanza da “Cosa siamo diventati”, con il suo terzo progetto discografico.

Scritta e composta da Diodato con la collaborazione per le musiche di Edwyn Roberts, “Fai Rumore”, la canzone che Diodato ha portato sul palco dell’Ariston, accompagnato dall’orchestra diretta dal Maestro Rodrigo D’Erasmo, sta conquistando la vetta di tutte le classifiche di streaming, download e radiofoniche italiane: è attualmente alla prima posizione della TOP 50 di Spotify con oltre 5 milioni di stream,  prima su Apple Music nella classifica Top 100 Italia, al n°1 di iTunes nella chart dei brani più venduti, tra i primi tre brani più cercati su Shazam e il primo testo più cliccato e condiviso sul web. Grande successo anche in radio, dove è stabile nella TOP 5 dei brani più trasmessi in Italia.

Una vittoria dedicata alla sua città d’origine, Taranto, che ha deciso di omaggiare il cantautore trasmettendo in filodiffusione dal Teatro Comunale Fusco “Fai Rumore” nelle vie del centro per tutta la settimana alle ore 12.00. Un’iniziativa dell’amministrazione comunale che ha voluto celebrare il suo artista, letteralmente, “facendo rumore”.

“Non credo di essere mai stato così tanto me stesso, d’essere mai stato in grado di mettere così a fuoco il mio vissuto e tutte le sensazioni che mi hanno portato a dare questo titolo prima a una canzone e poi a questo album. – dice Diodato – Ero pronto a condividere, a raccontare questa condizione di perenne viaggiatore, navigante felicemente disperso, di osservatore talvolta malinconico, talvolta disincantato, di eterno bambino innamorato di questa giostra folle”.

Un nuovo linguaggio per Diodato e temi sfaccettati attraversati in “Che vita meravigliosa”, un album che si configura come un vero e proprio racconto, di sé stesso e della realtà che lo circonda. Lo spirito dell’album è perfettamente rappresentato da una copertina dal sapore fantastico, un’opera di Paolo De Francesco: un disegno di figure retoriche quasi surrealista, dove c’è il conflitto tra l’ambizione di un tutto visibile e la ricerca di una verità nascosta nelle cose e nelle persone. È piena di ritorni alla tracklist: c’è un palazzo – alveare e una piscina di calma apparente che sta per essere sconvolta da un missile, metafora degli accadimenti, del male e del bene che sconvolgono le nostre vite. Sullo sfondo, una fabbrica che richiama nell’immaginazione di Antonio l’Ilva, lo stabilimento siderurgico che ha avvelenato Taranto, città per cui lui stesso si batte assiduamente.

Un album composto da 11 brani che rappresenta un’ulteriore evoluzione nella ricerca del suono e nella scrittura che si fa ancor più asciutta e diretta, flusso di coscienza e analisi profonda e scrupolosa di sentimenti innescati dal vissuto del quotidiano.

Il viaggio di Diodato parte da “Che vita meravigliosa”, brano manifesto di questo album, inno alla vita, alla gioia e ai dolori che accomunano gli esseri umani. Il brano fa parte della colonna sonora de “La Dea Fortuna”, il nuovo film di Ferzan Ozpetek, acclamato da pubblico e critica, in sala dallo scorso dicembre.

Dall’empatia che si prova quasi inaspettatamente per le persone che incrociamo per caso nella nostra quotidianità, racconto di un onesto artigiano del lavoro ne “Il commerciante”, la tracklist continua con la connessione intima e profonda di “La lascio a voi questa domenica”, la cui sorte del protagonista suicida sotto un treno non scalfisce i passeggeri annoiati.

Annullamento, rassegnazione ma anche e soprattutto consapevolezza di un “noi” giunto alla fine ma che è capace di sopravvivere in un altrove, sono dentro “Fino a farci scomparire”.

La bellezza tanto precaria quanto sana e superficiale di un legame che è meglio non inizi mai è in “Ciao, ci vediamo”, la stanchezza e la delusione di un sentimento in passato fortissimo, che oggi però si trascina in un vortice di frustrazione nelle note ritmate di “Non ti amo più”, i ricordi che tornano a vivere nella nostra memoria, immagini potenti ed evocative nel ricordo presente lasciato da un amore in “Quello che mi manca di te”.

Un percorso alla ricerca dell’essenziale invisibile, della consapevolezza della fragilità di fondo degli esseri umani, di cui è possibile rendersi conto osservando la linea continua che esiste tra la nostra interiorità e il mondo che ci circonda, di cui il brano “Alveari” è perfetta espressione.

La malinconia di “Solo”, la forza distruttiva interiore che porta alla convinzione che nulla valga veramente la pena, lascia il posto alla positività di “E allora faccio così”, che rappresenta il desiderio di riscossa, la forza di rialzarsi dalle cadute della vita e realizzare i propri progetti.

Poi c’è “Fai Rumore”, un atto di ribellione che fotografa l’amore nel senso più ampio possibile. È un invito ad abbattere i muri dell’incomunicabilità, a farsi sentire, a non soffocare nel silenzio delle incomprensioni, del non detto, dove muore ogni umanità. Una sinfonia di pensieri ed emozioni che cercano ad ogni costo la propria espressione. Ascoltando il brano la sensazione è quella di vedere scorrere le immagini di un vissuto lontano, che si mescola in modo indissolubile alle impressioni del presente. La canzone è musicalmente caratterizzata da semplicità e ricercatezza, animata da una delicata prima strofa piano e voce che lascia spazio ad una seconda parte più ritmica e decisa, per poi culminare con l’esplosione del secondo ritornello della voce di Antonio.

Nel 2020 Diodato sarà live per la prima volta all’Alcatraz di Milano (22 aprile 2020) e all’Atlantico di Roma (29 aprile 2020) e il 16 maggio rappresenterà il nostro Paese all’Eurovision Song Contest nella città di Rotterdam

«Quando scrivi canzoni ci sono delle trappole, probabilmente anche inconsce. Mettersi a nudo vuol dire esporre le tue fragilità.»

Diodato