Giorgieness racconta Maledetta

Si intitola “Maledetta” il nuovo singolo di Giorgieness, (Sound To Be) disponibile su tutte
le piattaforme digitali.
Prodotto da Ramiro Levy (voce e chitarra della band brasiliana Selton), Marco Olivi (Ghemon, Ex Otago), e Davide Napoleone (Michele Bravi, Booda, Gaia Gozzi), il brano consacra la nuova fase artistica di Giorgia D’Eraclea, anima e voce del progetto nato nel 2011 e pronto a tornare alla ribalta dopo un periodo di lontananza dalla scena discografica. “Maledetta” è una ballad moderna che esplode in un climax di sonorità intense e vibranti in cui trova dimora un testo autobiografico capace di instaurare una sinergia immediata con l’ascoltatore.
A farne da base è un tessuto acustico ed elettronico, a tratti ruvido, che trasporta il “verbo al futuro” proiettato “tra presente e per sempre”.

Nei giorni scorsi abbiamo raggiunto telefonicamente  Giorgieness per farci raccontare il primo tassello 
del suo nuovo percorso musicale. 

Ciao Giorgia e benvenuta su Frequenza Italiana,
mi capita spesso di cominciare le intervista con la classica domanda “come nasce questo progetto” in questo caso vorrei discostarmi dal “classico” e chiederti come si è evoluto il progetto Giorginess dal 2011 ad oggi.

E’ una domanda difficile, credo che il progetto si sia evoluto insieme a me.
Avevo 18-19 anni quando tutto è cominciato, scrivevo di temi che mi erano cari in quel momento, credo che la mia crescita personale abbia influito molto sia sui testi che sul suono, è stato sempre un lavoro di ricerca, volevo che la mia musica fosse la fotografia di un momento. Come ho detto prima c’è stato molto lavoro di ricerca, ho scavato tanto fino e a breve uscirò con un disco molto diverso dai precedenti.
Spero che questo lavoro di “sperimentazione” che va avanti da anni permetta alle persone che mi ascoltano di ritrovarsi in quello che canto o scrivo.

Maledetta apre una nuova fase della tua carriera, prima di parlare del singolo, volevo chiederti, se e quanto ti è servito questo momento di “pausa” dalle scene.

Mi è servito tantissimo per studiare, è bello quando ti esce la canzone di getto, con la chitarra in mano, ma questo non succede sempre, è classico l’esempio in cui scrivi una canzone di notte e ti sembra perfetta ma la mattina dopo ti rendi conto che non è cosí. 

Stare lontana, dalle scene mi ha permesso di capire con che disco volevo uscire, mi ha permesso di lavorare molto sulle canzoni ancor prima di entrare in studio, cosa che solitamente veniva fatta contestualmente.
Nonostante io abbia sofferto tanto, ad oggi, sono contenta di non aver fatto uscire nulla prima di Maledetta e dopo Questa citta.

Parliamo ora di Maledetta, quanto hai scritto il pezzo e come nasce l’idea?

L’idea di Maledetta, intesa come parola, che poi ha svoltato il testo in fase di scrittura, è stata un’assonanza, avevo in mente una melodia e mi sono messa a cercare le parole che avessero quelle sillabe, allo stesso modo l’argomento di cui avrebbe parlato il testo era già chiaro. Quando ho visto la parola “maledetta” ho detto “E’ Lei!”

La canzone é nata d’estate, durante gli ultimi giorni di vacanza, ero a casa di mia madre in Toscana, sul divano, ho cominciato a suonare il pezzo dopo di che l’abbiamo subito arrangiato insieme a Davide e da lì siamo partiti. E’ stato un brano lavorato in varie fasi, cosa che sto facendo anche con gli altri pezzi del disco, questo lavorare in vari momenti consente di mettere molto del mio durante la fase di stesura.

Come è stato il riscontro del pubblico?

Ho pianto per due giorni perché continuavo a ricevere messaggi bellissimi, quindi molto molto bello, ovviamente la paura seppur minima c’era, ho raccontato come sono arrivata a questo cambiamento.
La cosa più bella e stata che, alcuni, conoscendomi da un po’ e sapendo che io scrivo in modo molto autobiografico, mi hanno scritto: “è bello sentirti così serena” e questa cosa mi ha stupito, perché va oltre la canzone.

Il singolo è accompagnato da un videoclip semplice ma davvero molto particolare, è stato realizzato nel periodo di “blocco totale”?

Si, nel mio caso il video è sempre l’ultima cosa che si prepara, ammetto di essere arrivata al momento della “creazione” con pochissime idee.
il risultato che vedete è un mix tra l’idea di Silvano Richini e una mia, secondo me è venuta una cosa “particolare” rispetto agli altri video girati in quarantena, video che all’inizio trovavo super divertenti poi dopo un po’ le possibilità limitate sono venute a galla. 

Le riprese sono state fatte in parte da me in casa, tutte le parti che si vedono dentro il cellulare, dopo di che le mie immagini sono state riprese e messe in questa casa di cartone, costruita da Silvano, per altro molto simile a casa mia.
Ho trovato delle immagini di quella vacanza di cui accennavo prima e quindi ho deciso di inserirle.

Personalmente in Maledetta ho trovato una Giorgia “nuova” cambiata anche dal punto di vista vocale, volevo chiederti se questo nuovo modo di cantare è stato un passaggio naturale o e legato allo studio di cui accennavi prima.

Entrambe le cose, mi sono resa conto che mi sentivo “sacrificata” ad urlare, era bello a 20 anni perché in quel momento era quello che volevo fare, ad un certo punto mi sono resa conto che trovavo più soddisfazione nel cantare canzoni diverse.
Ovviamente le canzoni del passato non si cancellano, K2 rimarrà sempre K2, le ho fatte e le canterò sempre come vanno cantate, detto questo volevo usare tutte le sfumature della mia voce, ho la fortuna di non avere problemi di intonazione o di estensione e quindi ho deciso di lavorarci e tirare fuori le cose migliori da questo mio “strumento”.

Ho lavorato tanto, cantando al microfono in casa con le cuffie, per arrivare preparata a registrare la voce, e ringrazio di averlo fatto, perché la voce l’ho dovuta registrare da sola in casa, e fortunatamente ci sono arrivata con una padronanza diversa da quella che avevo prima, questo mi ha permesso di sfruttare al massimo i cori, lo sentirete nell’album, ho usato la mia voce come “strumento”, a volte diventa lo special altre volte è parte integrande dell’arrangiamento. Questa era una cosa che volevo fare da anni e sono contenta di esserci riuscita.

A livello interpretativo hai avuto una crescita esponenziale e Maledetta lo dimostra.

Diciamo che andando sempre a 100, partendo e chiudendo forte, riesci a dare intensità diverse, Maledetta non avrebbe senso cantata in altro modo. Il fatto di usare la voce in maniera diversa e stata detta più volte, e la mia risposta un po’ ironica era “ora sto cantando davvero”.

L’assenza della musica Live è stato uno dei punti più dolorosi di questo ultimo periodo, quanto ti manca il palco?

Da 1 a 10 direi 243, il Live e la mia condizione naturale, ho perso il conto dei concerti che ho fatto in tutta la vita.
Questo stare a casa è un tormento, faccio parte della categoria di musicisti che vive di Live quindi c’è anche tanta preoccupazione, ma ogni tanto bisogna fermarsi per cose che non dipendono da te. Spero che quest’estate si possa tornare, in sicurezza, a fare anche solo dei piccoli show case, anche se questa non è propriamente la mia dimensione.
Sono felice di aver fatto il tour acustico l’anno scorso, altrimenti l’assenza Live sarebbe ancora più difficile da affrontare, è stato un viaggio lungo, e alla fine del tour mi sono concessa, per la prima volta, una bella e meritata vacanza.

Come hai affrontato la quarantena? Sei riuscita a scrivere o a fare musica?

Il primo mese ho fatto parecchi Live Online, poi ad un certo punto anche questa cosa è diventata “pesante”, la differenza rispetto ad un “vero” concerto è tantissima, ho quindi deciso di farne meno e concertarmi sull’uscita del disco.

Questo periodo di stop è stato utile perché mi ha consentito di arrivare all’uscita del singolo con tutto il lavoro pronto, dalle grafiche alle strategie di comunicazione, mi sono contrata molto su questo e ho suonato per sfogarmi e per divertimento interpretando canzoni anche di altri, ho provato a scrivere qualcosa ma non è uscito granché, ho rimesso mano a qualche pezzo del disco e qualche miglioramento c’è stato.

La scelta pubblicare il singolo nonostante il periodo che stiamo vivendo è stata, a mio avviso, una scelta coraggiosa.

Io volevo uscire con il singolo, era molto tempo che promettevo questo singolo e mi volevo ad ogni costo mantenere questa promessa.

Quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro?

Il nuovo album uscirà in autunno, sarei molto felice se dopo l’album si potesse fare un piccolo tour nei club, perché promuovere un disco senza live è una cosa molto complessa, il live per un’indipendente è lo strumento più potente a disposizione.

Grazie Giorgia e speriamo che al più presto si possa tornare a vivere la vera essenza della musica. Il live.

F.G.

«Tutta questa musica, ci esploderà la testa
Baciami più forte, ci brucerà la bocca
Maledetta»

Giorgieness