Didio – Quello che conta davvero sono le Canzoni.
Osvaldo Di Dio inaugura la sua stagione cantautorale con “Mi gira la testa”.
Ecco la nostra intervista all’artista che prima di intraprendere la strada del cantautore ha accompagnato, in veste di chitarrista, artisti del calibro di Eros Ramazzotti, Franco Battiato, Cristiano De Andrè e molti altri.
Benvenuto Osvaldo, come prima cosa vorrei ci raccontassi come nasce questa tua nuova avventura musicale.
In realtà è nuova ma non lo è fino in fondo!
Io nasco come cantautore all’inizio degli anni 90, il sound stava cambiando tra la fine degli anni 90 e i primi anni 200 con l’arrivo dei Coldplay e della musica British che tornava ad essere protagonista del pop, rientrato in Italia, dopo aver vissuto per un periodo a Londra, mi sono reso conto che anche da noi tutti volevano quel tipo di sonorità, mi sono ritrovato, quindi, a fare il chitarrista cosa che ho fatto felicemente per quasi 20 anni, collezionando una serie di soddisfazioni e collaborando con importanti esponenti della musica italiana da Battiato a De Andre’.
La mia vera natura era però un po’ sopita, fu una frase di Battiato a farla riaffiorare. “Ricordati che ci sarà sempre spazio per chi è capace di scrivere belle canzoni”. Franco ha riportato il discorso sui binari dell’arte e della musica e mi ha fatto capire che quello che serve veramente sono le canzoni.
In “Mi gira la Testa” , il primo singolo, parli della frenesia e dell’iper connessione del mondo attuale, quali aspetti di questo nuovo vivere ti piacciono e quali invece dovremmo riprendere dal passato.
Secondo me questa iper-connessione è una grande opportunità che ha chiaramente anche un risvolto negativo, viviamo un’apparente vicinanza che in realtà allontana ancora di più, bisognerebbe impegnarsi a recuperare i contatti reali con le persone.
Lo smartphone, che usiamo tutti i giorni diventa una porta per andare altrove, sembra quasi che nessuno voglia essere dove è davvero, ma se tutti andiamo altrove non c’è mai nessuno da nessuna parte.
Sono ottimi strumenti ma non bisogna perdere il contatto con la realtà e con le persone che abbiamo vicino in quel momento.
Il 10 Gennaio è uscito Naufraghi, raccontaci questo pezzo.
Il brano parla delle difficoltà di una convivenza, di qualunque tipo sia, condividere uno spazio, una vita insieme come naufraghi su un’isola.
Quando si chiude la porta di casa e si rimane soli emergono tutte una serie di difficoltà e se alle base non c’è un rapporto sano iniziano a manifestarsi i veri problemi. L’inciso è rivolto al femminile perché certe volte le donne soffrono maggiormente questo tipo di situazione, una violenza psicologia che si dimostra più subdola di quella fisica perché difficile da riconoscere.
Il brano ha poi un risvolto di speranza, la protagonista riesce a capire la vera natura di quella relazione e questo discorso è ancora più evidente, si vede un uomo solo, rimasto solo a causa dei suoi turbamenti, la sua donna lo ha lasciato e lui rivede in quella stanza tutti i momenti, belli e brutti, trascorsi insieme.
Nel finale si pone delle domande, ed è questo il vero aspetto positivo, porsi le domande, entrare in crisi come occasione per riscattarsi ed avere una nuova opportunità.
2 singoli che fanno da apripista ad un progetto più ampio, è in arrivo un disco?
Il disco arriverà con calma, continueremo a lavorare su dei singoli il prossimo uscirà il 6 marzo e quarto prima dell’estate e l’album nell’autunno 2020.
Cosa pensi dell’attuale panorama musicale italiano?
Penso sia in mutazione continua e veloce, questo, secondo me, è un bene, per anni siamo stati fermi a guardarci indietro.
Il perioda che va dalla meta dei 60 a meta 90 è stato assolutamente fuori dal comune, in termini di qualità musicale, si potrebbe paragonare al rinascimento, quando vivevamo quel periodo storico ci sembrava normalità, non ci siamo resi conto di vivere un periodo d’oro.
Quando quel periodo è terminato tutti abbiamo iniziato a vivere ricordando il passato senza pensare al futuro, forse ora stiamo cominciando a guardare avanti.
Ci sono mode passeggere che seguono le sonorità del momento, ma come ho già detto in precedenza quello che conta sono le canzoni.
Vedere Brunori in vetta alle classifiche di vendita mi ha riempito di gioia, il prossimo brano che uscirà il 6 marzo è la mia personale continuazione a La Verità, un pezzo che quando usci’ sconvolse me e tutta la mia generazione, io mi sono trovato a scrivere un brano che può essere considerato la “risposta” a quello che dice Dario.
F.G.