Bugo – Cristian Bugatti – La recensione

Musica Indie, la “nuova” tendenza musicale che da qualche tempo pare sbaragliare la concorrenza, un genere che piace molto alle nuove generazioni e in alcuni casi coinvolge anche chi ha qualche anno in più.

Vi sorprenderà sapere che prima di Tommaso Paradiso, Gazzelle, Motta, Calcutta e chi più ne ha più ne metta c’era LUI.

BUGO

Eh già, perché nel 2000 Bugo pubblicava il suo primo album “La prima gratta”.
Sanremo 2020 doveva essere la vetrina per festeggiare il ventennale e per farsi conoscere dal grande pubblico, missione riuscita per metà e certamente non nel modo un cui si sarebbe aspettato l’artista.
Al netto dell’episodio, che entrerà negli annali della storia del Festival, ci resta però il suo nuovo disco, e credetemi non è cosa da poco.

L’album parla in modo chiaro a partire dal titolo “Cristian Bugatti”, il vero nome di Bugo.
Un disco con sonorità sfacciatamente anni 80 e testi dalla narrativa accattivante, che si ascolta piacevolmente partendo da Quando Impazzirò” passando per il pezzo Sanremese “Sincero” fino ad arrivare a “Come mi pare”, con uno dei tanti richiami a Battiato presenti nel disco.
In un vortice di elettropop, i fiati trovano la loro dimensione in pezzi come “Fuori dal mondo” e in “Un alieno”.
In “Mi Manca” troviamo la rassicurante voce Ermal Meta che regala la giusta atmosfera ad un pezzo piacevolmente nostalgico.

E ora la parola passa al Protagonista che ci racconta il disco traccia per traccia:

1) Quando Impazzirò: e chi già non lo è, anche solo chiuso nel proprio appartamento davanti ad uno specchio con una scopa in mano che si trasforma nell’asta di un microfono (mai fatto? Bugiardi!).

2) Sincero (feat. Morgan): una coppia incredibile ma che l’alchimia artistica trasforma in una coppia più che credibile con una canzone che lascerà il segno come un graffio profondo che sanguinerà per molto tempo.

3) Come Mi Pare: sganciarsi e abbracciare quell’anarchia che riempie i polmoni di aria fresca e che ti porta lontano dal bisbiglio di sottofondo di un mondo non sempre sintonizzato; cercare una frequenza nuova dove tutto sembra troppo uguale. 

4) Al Paese: gli album con le foto infilate in 4 angolini non esistono più ma i cassetti della memoria, si … e quando si aprono ti ritrovi a ridere da solo camminando per strada mentre gli altri non capiscono (e va bene così).

5) Che Ci Vuole: una delle frasi più indisponenti di questi tempi dove tutto sembra che si possa fare con uno schiocco di dita quando invece tutto ha bisogno di tempo per trovare una buona forma.

6) Fuori Dal Mondo: il divano che diventa una rampa di lancio per un viaggio cosmico alla ricerca di nuove stelle; se il coopilota è quello giusto puoi attaccarti alla giacchetta di Peter Pan e volare.

7) Mi Manca (feat. Ermal Meta): Bugo ed Ermal sul cavallo di un giostraio, dividendo caramelle gommose, mentre girano in strada in due sulla bici; da rivedere in Super8.

8) Un Alieno: noia, tedio, uggia, disagio, fastidio; l’insofferenza e il disgusto che quasi portano alla nausea. Mica sempre trovi un rimedio a portata di mano …

9) Stupido Eh?: basta poco (a volte) per capire che chi è lì vicino è importante. Se c’è un piede nel letto che dà sicurezza allora di contro va bene anche la baruffa catartica.

“Cristian Bugatti” è un disco che si godrà tantissimo dal vivo, perché è bello da cantare.
E stavolta, caro Bugo, siamo pronti a scommettere che nessuno andrà via.

F.G.

«Non sai che voglia di giocare che ho, anche di piangere e soffiarmi il naso poi sprofondare nell’erba più alta, tornare a casa sporco di prato Ah invece siamo già grandi, con il dovere di dare risposte, firmare e non lanciare sassi»

Bugo